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al testo di Rosetta Sacchi
16 agosto
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( a mio padre) S'è spento d'un tratto lo stridulo frinire. Nei giorni innanzi quel suono così intenso seppur assordante non mi recava noia non quanto nella mente dei miei pensieri il chiasso. Padre tu dormi? O forse t'agiti ancora per le mie pene e pei miei travagli? Ora i cipressi sono silenziosi e s’è zittito lo stormire delle siepi. La pioggia improvvisa ha chiuso l’uscio ai nidi
ma al primo raggio di luce, via le nubi, di stormi il cielo sarà tutto screziato. Si tingerà l'aria di nuove sfumature. Dicono sia così in viso la speranza eppure non v'è sollievo nel respiro del vento nessuna quiete dentro e neanche intorno.
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